Nome:
Hamid Reza
Cognome:
Ziarati Niasar
Il regime si sentiva minacciato dai liberi pensatori che involontariamente aveva istruito e innalzato contro di sé, e non poteva più impedirne il proliferare.
Hamid Ziarati si è trasferito adolescente per motivi di salute nel 1981 dall’Iran a Torino, dove vivevano il fratello e la sorella, entrambi medici. Ora ha una famiglia che definisce metà italiana e metà iraniana. Ha ottenuto notevole visibilità con il romanzo Salam, Maman, pubblicato da Einaudi nel 2007, che vede come protagonista un bambino che attraverso i suoi occhi racconta gli avvenimenti drammatici dell’Iran degli anni ’70 e della rivolta khomeinista, intrecciati alla sua quotidianità.
Città di residenza:
Torino
Cittadinanza/e:
Italiana
Nazionalità di origine:
Iraniana
Lingua madre:
Persiano
Lingua di scolarizzazione:
Persiano
Primo/a migrante
Attività prevalente nel campo della scrittura:
Principali temi di interesse:
Attività letteraria
Genere/i praticato/i:
Narrativa
Bibliografia:
Un giorno da stella cadente, in AA.VV. “Le voci dell’arcobaleno”, a cura di Alessandro Ramberti, Roberta Sangiorgi, Fara Editore, Santarcangelo di Romagna, 1995, pp. 137-162; Salam, maman, Einaudi, Torino, 2006; Il meccanico delle rose, Einaudi, Torino, 2009; Parola di Allah: un’intervista a Dio, in “Nessuna pietà. Dieci canzoni e dieci testi che raccontano grandi tragedie dell’umanità: per non dimenticare”, Salani, Milano, 2011, pp. 73-79; Allah, in “Ti vengo a cercare. Interviste impossibili”, a cura di Valentina Alferj, Barbara Frandino, Einaudi, Torino, pp. 531-551; Quasi Due, Einaudi, Torino, 2012; Pichot muzeou, d’la vita d’isì (Piccolo museo della vita di quassù), in “Narrar per valli. Scrittori dalla Valle della Scienza al Po”, a cura di Giovanni Tesio, Interlinea, Novara, 2012, pp. 101-103; Pièpazzia, in “Il calzolaio prodigioso. Fiabe e leggende di scarpe e calzolai – Catalogo della Mostra tenuta al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze nel 2013”, Skira, Milano, pp. 191-205.
Premi
Con Salam, Maman vince il Premio del Giovedì Marisa Rusconi nel 2007 e il Premio Giuseppe Berto per l’Opera Prima.