Un anno dopo. La sfida del pluralismo
“Words4link – Scritture migranti per l’integrazione”: concluso il primo anno di attività, si riparte dalle buone prassi
A partire dall’ascolto diretto dei protagonisti il progetto mette in luce le esperienze, le iniziative e le strategie più utili a promuovere la visibilità degli autori e delle autrici con background migratorio.
Con la realizzazione di un seminario europeo e di tre convegni nazionali improntati al confronto con i protagonisti del panorama letterario e giornalistico transnazionale in Italia, si è concluso il primo anno di attività di “Words4link – Scritture migranti per l’integrazione” e si è ampliato – e inserito in una cornice critica – il quadro conoscitivo delle iniziative e delle esperienze più utili a perseguire l’obiettivo cardine del progetto: diffondere la conoscenza del panorama delle “scritture migranti” in Italia, mettendone in luce il portato critico e conoscitivo e valorizzandone il ruolo in termini di promozione dei processi di integrazione della popolazione di origine immigrata.
Ne emerge uno spaccato molto vario, in cui laboratori, concorsi e festival si affiancano a iniziative di ricerca, progetti editoriali, blog, portali dedicati, collettivi, riviste specializzate e molto ancora. Si tratta di proposte ed esperienze, molte delle quali si possono conoscere visitando il sito web del progetto, dove nella sezione “ricerca” sono disponibili schede descrittive, mentre nella sezione “materiali” si possono consultare e scaricare gli atti del seminario europeo (in italiano, inglese e francese).
Anche nella pagina dedicata alle “news” e sul profilo Facebook si possono ritrovare spunti e informazioni sui principali attori del panorama delle scritture migranti.
Un quadro ricco e composito, quindi, animato dall’impegno e la lungimiranza di molti, ma anche segnato da diffuse fragilità, condizionato dalla labilità dei canali di finanziamento e depotenziato a volte dalla marginalizzazione rispetto al panorama mainstream. Come è emerso nel confronto con i protagonisti, infatti, tanto nel campo letterario che in quello giornalistico l’interesse per il valore specifico delle cd. scritture transnazionali resta ancora limitato (o comunque discontinuo), e questo in linea con un panorama culturale che, dopo le aperture e le esperienze maturate a cavallo del nuovo millennio, si è come “ritratto” davanti alla sfida del pluralismo, quasi ignorando il valore e lo specifico portato critico e conoscitivo degli autori e le autrici di origine migrante attivi/e nel Paese e, quindi, anche il loro ruolo di “catalizzatori dei processi di inte(g)razione”.
Nonostante già nel 1997 l’autore di origine albanese Gezim Hajdari vinceva il prestigioso “Premio Montale” e Armando Gnisci, docente di Letterature comparate dell’Università “La Sapienza” di Roma, dava avvio alla Banca dati Basili&Limm, l’attenzione verso il panorama della letteratura transnazionale in lingua italiana è rimasta per lo più circoscritta a gruppi ristretti di studiosi, soprattutto in ambito accademico, mentre esperienze di tutto rilievo si sono interrotte senza alcun seguito (si pensi al caso di “Metropoli. Il giornale dell’Italia multietnica”, supplemento de La Repubblica avviato nel 2006 e chiuso nel 2009).
Nel frattempo, però, sono nate e/o si sono strutturate altre iniziative, sorte per lo più dal basso e in larga parte animate da obiettivi più ampi e trasversali, in cui il portato culturale si affianca all’investimento sociale. Tra queste, alcune superano la dimensione locale e hanno una continuità che ne testimonia il valore (tra tutte, i laboratori e concorsi di Eks&Tra, il concorso Lingua Madre, i portali di El-Ghibli e Letterranza, l’Archivio delle Memorie Migranti, il progetto DIMMI di Storie Migranti o, su un altro piano, l’esperienza della Compagnia delle Poete), altre – più recenti – si distinguono per il protagonismo delle nuove generazioni e l’investimento sulle nuove tecnologie di comunicazione (ricordiamo tra tutte BlackPost – L’informazione nero su bianco).
Un quadro nell’insieme vivace, ma ancora poco incisivo, di fronte al quale determinante appare l’esigenza di “fare rete” e puntare su azioni di sistema, capaci di agire ad ampio raggio e di stimolare un discorso culturale rinnovato, aperto alla pluralità, alla prospettiva interculturale e al valore aggiunto di cui è espressione.
Il progetto Words4link è realizzato, oltre che da coop. Lai-momo e il Centro Studi e Ricerche IDOS, dall’Associazione Culturale Mediterraneo (ACM), con l’adesione della Biennale des Jeunes Créateurs de l’Europe et de la Méditerranée (BJCEM), di Eks&Tra, Razzismo Brutta Storia e Le Réseau.