In una ex fabbrica di Palermo la cultura si rinnova
Il problema che si presenta per tutte le grandi città è come porsi di fronte alla diversità: si può escluderla oppure farla entrare all’interno del tessuto urbano.
Perché questo accada, è necessario che le governance delle città interculturali attuino una forma di integrazione attraverso la crescita culturale e lo sviluppo socio-economico.
Palermo, ad esempio, rappresenta bene il sincretismo culturale che caratterizza la sua storia, e che è visibile anche nel patrimonio monumentale e artistico: essendo uno dei punti nodali del Mediterraneo, Palermo è sempre stata, infatti, una società multietnica e il luogo privilegiato di incontro tra oriente ed occidente, e quindi tra le differenze.
È in questa città arabo-normanna, culla del dialogo interculturale, che si svolgerà l’ultimo dei nostri convegni, dal titolo “L’interazione tra l’Italia mediterranea e la produzione letteraria degli scrittori di origine straniera” e che si svolgerà martedì 10 dicembre 2019 in un luogo emblematico come i Cantieri Culturali alla Ziza.
Nei pressi del Castello della Ziza si estende, infatti, un’area di 55.000 metri quadri in cui si trovano 23 capannoni che ospitavano le fabbriche di mobili dell’ingegnere Vittorio Ducrot. Dopo il declino avvenuto intorno al 1968, il Comune di Palermo, da cui Words4link ha ottenuto il patrocinio gratuito per il convegno, ha trasformato l’area in un centro interculturale ricco di mostre, concerti ed eventi di ogni genere.
Oggi, se si parla di immigrazione, o precisamente di scrittura migrante, si pensa immediatamente a realtà esotiche oppure alle esperienze difficili nel Mediterraneo. Ma l’immigrazione non è soltanto questo: esiste una produzione culturale di questi autori che è sorprendente e variegata. Se la prima generazione di scrittori migranti in Italia ha avvertito la necessità di raccontare la propria biografia per essere letta e compresa nel paese d’adozione, nelle fasi successive la letteratura migrante in lingua italiana ha acquistato una maggiore indipendenza sia dall’autobiografismo sia dalle tematiche legate al Paese di origine e al viaggio: si è arricchita di ibridazioni linguistiche e culturali che mostrano il desiderio di fondere la cultura d’origine con quella adottiva.
Su queste tematiche vuole riflettere l’incontro di Palermo, che vedrà come ospiti l’autrice esperta in cultura arabo-islamica Paola Caridi, il ricercatore e docente di lingua araba Abdelkarim Hannachi e alcuni rappresentanti di DIMMI di Storie Migranti, il progetto che si impegna nella costruzione di una nuova narrazione per superare gli stereotipi legati alla migrazione. A moderare l’incontro Farid Adly, giornalista libico e attivista dei diritti umani, autore del libro Capire il Corano (Tam Editore, 2017), che apporta una riflessione importante sul dialogo interculturale e interreligioso.
Negli ultimi anni la letteratura migrante in Italia sembra attraversare un momento di stallo: i flussi migratori, la globalizzazione, gli scambi interculturali danno per scontata la fusione di lingue, culture, tradizioni. Per questo motivo, il convegno – organizzato all’interno del nostro progetto Words4link e a cui aderiscono ARCI Sicilia e la Scuola CPIA Palermo 1 “Nelson Mandela” – vuole riportare in primo piano la necessità di un rinnovato dialogo interculturale per allargare lo sguardo al di là dell’immigrazione, perché, la ricchezza culturale, per citare Jacques Le Goff, «non deriva dalla purezza ma dalla mescolanza».
A questo link trovate l’evento Facebook con il programma completo:
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